sabato 12 marzo 2011

Prefazione Campagna di Glantri

Forse alcuni di voi non ricordano come tutto è incominciato... 


INTRODUZIONE ALLA CAMPAGNA

 

Villaggio di Huledain, alle pendici della Sierra D’Argento – Principati di Glantri        

Tserdain 3 Sviftmont 1000 D.I. (Solstizio D’Inverno – Luna Calante)



- Ad ogni alba presto o tardi succede un tramonto (detto popolare Emirati di Ylaruam) -


Piove sul sentiero fangoso che conduce al patibolo di Huledain. Alle porte il rigido inverno Glantriano incomincia progressivamente a farsi sentire nei suoi modi sgarbati ed invadenti. Il freddo vento proveniente dai Monti Colossus a Nord-Est sembra avvolgere e rimpicciolire una sgangherata folla di figure che accorrono dai propri rifugi per non perdersi lo spettacolo, qua e là nella prima nebbia del mattino, come insignificanti insetti scuri. L’alba di una nuova esecuzione, l’ennesimo tramonto di una vita.

La folla incomincia a prendere consistenza, stretta, unita per scaldare i corpi e per scaldare i cuori, per farsi coraggio, quel coraggio che nessuno è riuscito a trovare quando quel farabutto se la giocava tranquillamente a dadi alla Locanda del Drago Ombroso. I ridicoli insetti che popolavano il pavimento sul quale camminava con noncuranza ora si sono fatti coraggio l’un l’altro. Tutti giudici inquisitori, tutti giusti nessuno escluso, pronti ad accogliere la sua testa con una cesta, pronti a farsi eroi d’innanzi ai suoi occhi bendati.
Urla e schiamazzi incominciano non appena Shurav Orlovski viene scortato da una grassa guardia carceraria con fare disinvolto.. lui di tramonti ne ha già visti tanti. La puzza di letame equino affievolita dall’abbondante nevicata dei giorni scorsi si è fatta ormai un’indistinguibile sfumatura, rispetto al forte odore di stracci bagnati misto a sudore che ogni abitante del villaggio si porta immancabilmente seco.
La pioggia trasformatasi oramai in un fastidioso umido sipario grigio concede finalmente una tregua, mentre le maledizioni e gli insulti colmano il tranquillo paesino delle valli alle pendici della Sierra d’Argento.
Il momento è ormai giunto. Tutti i cuori sincronizzati all’unisono scandiscono il tempo che sembra essersi fermato. Un latrato di un cane sembra per un attimo ricordare a tutti quella che è la dura legge della natura.
Senza esitazioni, il boia infila il capo del malfattore nell’anello di corda sapientemente annodata.
Rimangono soltanto le parole di commiato, nessun chierico, santone o prete potrebbe mai incaricarsene da queste parti.. ..e allora dove non arrivano gli Dei, o chi per loro, può sempre arrivare la politica; Il reggente di Huledain incomincia ad urlare una serie di crimini indifendibili ormai, efferate gesta da tempo giudicate, una striscia di sangue e odio che sembra non finire, indimenticata negli occhi delle persone in prima fila cariche di lacrime e vecchi rancori giustificati dalla ragione e da un immenso dolore.
“Colpire Orlovski sarà come colpire direttamente la Società Velata” sentite dire da qualcuno nelle vicinanze.. “quel figlio di puttana finalmente pagherà con la testa per tutto quello che ci ha fatto” da qualcun’ altro.
Un urlo straziante carico di odio sovrasta le grida della folla; una donna vestita di pochi stracci bagnati viene in vostra direzione sostenendo i lati della gonna per non calpestarla mentre corre nel pantano. La ritardataria strilla come una povera pazza e procede come fosse un bisonte ferito superando la vostra posizione e penetrando imbizzarrita nella folla per recuperare terreno. Sparisce infine tra la gente lasciando dietro di se un brusio di chiacchiere.
Terminata la lunga lista di reati, le ultime cornacchie si posano sul montante del patibolo come se anche loro non volessero restarsene in disparte indifferenti allo spettacolo.
Infine il silenzio.. irreale.. alcuni sputano in segno di scaramanzia ai propri piedi immersi oramai fino alla caviglia, un chiaro segno di villana superstizione. “Le anime come questa non le vogliono neppure i demoni tra loro..” - “che si faccia giustizia ma che lo si faccia in fretta per gli Dei tutti”. Irriverenti le ultime voci rompono il silenzio

Con passo lento l’esecutore materiale domina il patibolo rialzato, accompagnato dall’incitamento della folla che inneggia in modo regolare e scandito AMMORTE!.. AMMORTE!.. la sua mano si posa determinata sull’estremità di una leva inclinata verso il pubblico, consumata ed inflessibile portatrice di morte. Un veloce strattone e con un suono legnoso una botola si apre immediatamente sotto i piedi del condannato lasciandolo cadere nel vuoto. Passano pochi secondi nei quali l’odio scellerato portato all’eccitazione spasmodica si trasforma in stupore, incredulità.
La corda invece che tendersi e conferire il primo duro strattone alla colonna cervicale del condannato, si affloscia sopra di lui, che sparisce sotto il livello del camminatoio della forca.
Un eccitamento fanatico d’ira investe la folla che impotente osserva un cavallo galoppare fiancheggiando il retro gravemente.. palesemente incustodito della struttura in legno, là dove soltanto funzionari pubblici e miliziani veterani possono accedere.. in un attimo Orlovski si trova lanciato al galoppo verso le colline boscose che si inoltrano verso le montagne della Sierra. Oltre al complice che cavalca la sua bestia, ne fuoriescono altri tre con le rispettive cavalcature che si frappongono tra i fuggitivi e gli eventuali timidi inseguitori pedestri, lanciandosi al galoppo poco dopo nella stessa direzione a breve distanza.

La folla inferocita, presa alla sprovvista dall’accaduto non sa darsi pace.. ma i primi dubbi si trasformano presto in domande senza risposta.. “come diavolo è potuto passare inosservato quel tizio a cavallo?” “quella corda.. come può essersi afflosciata così? Era tutto premeditato !!”  “li avete fatti fuggire, assassini.. siete assassini quanto loro !!”

Il sindaco reggente di Huledain viene scortato via in fretta e furia da alcune guardie carcerarie nella sua carrozza che corre via per evitare lo scontro con alcuni paesani disposti ad aggredirlo forti di quanto i loro occhi hanno dovuto vedere. Le ultime guardie faticano a calmare la folla che armata di pugni di fango e attrezzi da lavoro si improvvisa in un esercito di sagome incappucciate tanto goffe quanto ridicole. Una grottesca rivolta dei poveri, la solita inutile fasulla illusione di poter ottenere qualcosa dalle autorità più che mai apatiche ai loro reali problemi.
Ad un certo punto la carrozza del sindaco vira in direzione del mucchio di allevatori che scalciano e si accaniscono sulle ultime guardie carcerarie che retrocedendo tentano una sortita verso i cavalli.

“Calma.. CALMATEVI CITTADINI DI HULEDAIN !!” un urlo mette a tacere le grida dei villani. Il sindaco in piedi fuori dal suo abitacolo si appoggia alla portiera di ciliegio della vettura che nel frattempo si è rivolta con la fiancata sinistra verso la plebaglia inzuppata..“ la vostra ira è più che giustificata, ma nessuno può decidere di giustiziare gli uomini che vi proteggono.. state calmi e vi prometto che le cose cambieranno.. si risolveranno.. per prima cosa vi prometto che cercherò io personalmente il colpevole di questa brutta figura che ha rimediato oggi il nostro sistema carcerario.. e poi.. con l’aiuto degli uomini dell’esercito di Erewan staneremo quei goblin che da tempo saccheggiano i nostri cavalli nei recinti ai limiti con il bosco.. e se è vero come alcuni pensano che ci sia la complicità della Società Velata allora colpiremo anche loro con il duro pugno della legge.. questo ve lo prometto amici miei.. da oggi le cose cambieranno!”

1 commento:

Pone Hic Nuntius